Niente addebito per il coniuge che si scopre omosessuale in costanza di matrimonio

Pubblicato il 09/12/2016


Una recente sentenza della Cassazione (n° 8713/2015) esclude l’addebito della separazione in capo al coniuge che durante il matrimonio prende consapevolezza della propria omosessualità e si allontana dalla famiglia costituita dopo le nozze.

La vicenda ruota intorno ad una donna che, stanca di vestire i panni di “angelo del focolare”, trascurava marito e figli per frequentare altre donne con cui intratteneva rapporti (omosessuali).

In primo grado, il Tribunale dichiarava la separazione dei coniugi, con addebito in capo alla moglie, alla quale non riconosceva il diritto all’assegno di mantenimento; ma in secondo grado la Corte di Appello ribaltava la sentenza del Tribunale ed escludeva l’addebito in capo alla moglie la quale, a fronte di drammi personali, era caduta in uno stato di gravissima depressione tale da suscitare in lei una profonda crisi di identità e ad indurla a disinteressarsi totalmente della famiglia nonché a trascorrere le giornate fuori casa dalle amiche.

La Corte riconosceva altresì alla donna il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento da parte dell’ex marito, con assegnazione della casa coniugale. L’uomo, quindi, proponeva ricorso per Cassazione e in tale sede la Corte ribadiva, in una chiave di lettura più ampia, il concetto di intollerabilità della prosecuzione della convivenza matrimoniale per una persona omosessuale. Infatti, l’esistenza anche in un sol coniuge di una condizione di disaffezione al matrimonio tale da rendere incompatibile la convivenza genera il diritto dello stesso a chiedere la separazione che gli verrà riconosciuta senza addebito, proprio perché esercizio di un suo diritto.

A parere di chi scrive la sentenza de qua offre uno spunto di riflessione sull’obbligo di fedeltà nella coppia tradizionale, iniziando a configurare una evoluzione della sua interpretazione a fronte della presenza nella società odierna di coppie omosessuali e della lotta per il riconoscimento dei loro diritti in parallelo a quelli già previsti dal nostro ordinamento per la coppia eterosessuale.